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Della Sutura nella Storia

Ultimo Aggiornamento: 12/02/2008 11:28
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12/02/2008 11:28

Tratto del libro "Le suture in chirurgia" di Scuderi, Padula, Rubino.

Sito web: www.verduci.it/index.php?pag=vol&id_vol=701




Un libro sulle suture più che un libro sui materiali di lavoro o sulle tecniche chirurgiche è un libro di storia della chirurgia, giacché la sutura, più ancora del bisturi, ossia la riparazione più e prima della escissione, ha certamente rappresentato un primordiale bisogno dell’uomo. Chi riparò per primo quella ferita accidentale procurata dalle spine di un rovo, da una ruvida corteccia d’albero o da una pietra tagliente? Accadde probabilmente 40.000 anni or sono, nel passaggio dall’Homo Erectus all’Homo Sapiens, quando i bisogni cominciarono ad avere una risposta e le necessità una soluzione. Per millenni però, le guarigioni di quelle ferite avvennero per seconda intenzione, favorite da fasciature, compressioni e medicazioni naturali, gestite dagli sciamani, dagli stregoni, dai capi tribù e, forse prima, dai capi-branco! In quella civiltà della pietra, l’ago e il filo dovevano già esserci se, alla scoperta delle Americhe, i Conquistadores di Cortès li trovarono in possesso dei Maya e degli Aztechi, sugli altipiani del Chiapas e del Messico Centrale, dove il tempo non era trascorso: aghi di osso e fili di code animali o di fibre vegetali. Con l’avvento dei metalli, nell’età del bronzo e del rame, l’ago divenne metallico ed il filo più sofisticato: crine di cavallo e lino. Fare indumenti, coperte, stuoie, fu l’antefatto del riparare una ferita e suturare la cute. Così furono curati anche i guerrieri babilonesi ed egizi e gli eroi greci, da Achille ad Agamennone e Menelao, e tutti gli altri che, per quelle ferite, in gran parte morirono. Così furono curati i Romani delle tante, troppe guerre repubblicane ed imperiali, quando era già stato inventato il catgut, ma non i battericidi, e l’infezione dominava il processo di guarigione delle ferite. Come furono curati i Romani lo racconta dettagliatamente Celso, nel primo secolo dopo Cristo, e quelle descrizioni sono la base di tutta la Medicina dei secoli bui del lungo Medioevo, quando la malattia era punizione ed il corpo intoccabile. In quell’epoca un vero progresso medico fu imposto agli Arabi dalla Medicina Coranica dura e feroce, comprendente amputazioni, escissioni e l’impiego della cauterizzazione con ferri roventi. Più avanti, nell’ambito delle suture, rappresentò un momento innovativo il rapporto con l’Oriente, avviato da Marco Polo, non solo per le novità terapeutiche, ma per l’importazione della seta e del baco. Il nuovo filo arricchirà per secoli, per tutti i secoli a venire, il bagaglio del chirurgo. Quanto sopra descritto riguarda le suture cutanee per incisioni e ferite, comunque extraviscerali. Le suture viscerali sono invece del tutto recenti: a fronte dei 40.000 anni della storia dell’uomo esse riguardano solo gli ultimi due secoli e trovano il loro momento di svolta e santificazione con la chirurgia gastrica di Billroth. In quella seconda metà del XIX Secolo, il coraggio di quei chirurghi e di quei malati, capaci di affrontare con poca anestesia e senza antibiotici la chirurgia viscerale endocavitaria, camminava di pari passo con le grandi scoperte di Pasteur, Lister e Sammelweiss. E sono di quegli stessi anni il catgut in formaldeide, la sutura introflettente di 0’Connell ed il bottone di Murphy. All’inizio del XX Secolo, grazie agli interventi addominali ed alle suture viscerali, la chirurgia si avvia a diventare momento centrale delle attività mediche, a caratterizzarsi come scienza e ad assumere elevati riconoscimenti sociali: nel 1909 fu conferito il premio Nobel per la Medicina a Th. Kocker, grande chirurgo svizzero. La storia di questo secolo cammina velocemente, nel succedersi di invenzioni e rivoluzioni: anche nel campo delle suture. Nel 1920 entra in commercio il Nylon, primo filo sintetico. Nel 1926 furono realizzati i primi aghi atraumatici. Nel 1930 il catgut diventó sterile. Con Fleming, tra il ‘30 e il ‘40, l’antibioticoterapia rende ben più sicura la chirurgia viscerale: la ricerca di ulteriori progressi nell’ambito delle suture è inevitabile. Nel 1950 nasce a Mosca l’Istituto per la ricerca nel settore degli strumenti chirurgici, e subito produce le prime rudimentali cucitrici automatiche. La sfida sovietica sarà raccolta con successo al di là dell’oceano, 15 anni più tardi, ed in seguito le cucitrici automatiche americane, con agraphes metalliche, si approprieranno della gran parte delle suture viscerali addominali e toraciche. Dal 1970 entrano in commercio nuovi fili sintetici, riassorbibili in acido poliglicolico, e fili non riassorbibili, monofilamento di alta qualità. Prodotti dunque sempre migliori per suture sempre più sofisticate in ogni settore della chirurgia, dall’oculistica alla vascolare, dalla viscerale, alla cardiaca, alla plastica ed alla neurochirurgia. E gli anni che viviamo in questa fine secolo propongono, alla ricerca ed alla innovazione sul terreno delle sintesi tegumentarie e viscerali, altre sfide sempre più difficili: quelle della microchirurgia, della chirurgia laparoscopica, della chirurgia estetica, dei trapianti di organi e tessuti. Cosa riserva il futuro? Certamente un chirurgo sempre più abile, in possesso di alta tecnologia e di tecniche professionali sempre più qualificate ed anche di sistemi e di materiali di sutura inimmaginabili. Di certo il filo, lo storico filo figlio del crine di cavallo e del baco da seta e la più moderna agraphe metallica o riassorbibile, rischiano di essere travolti dalle colle o comunque da materiale di sutura a prevalente valenza biochimica. Quel giorno, nel nostro futuro prossimo o lontano, questo bel libro di Nicolò Scuderi e dei suoi ottimi collaboratori, rappresenterà un pregevole saggio di archeologia chirurgica, certamente degno di storica e devota attenzione. Oggi invece esso costituisce un prezioso, attuale ed intelligente contributo alla rilettura del problema delle suture, argomento non sempre debitamente valorizzato e che invece costituisce, ora come in tutto il nostro passato, argomento centrale nell’opera quotidiana dei chirurghi di ogni specialità. Prof. Eugenio Santoro Presidente della Società Italiana di Chirurgia Primario Chirurgo dell’Istituto Regina Elena - Roma
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